Voluta da Colin Chapman, la Lotus Esprit è una supercar che, nonostante un inizio difficile, è riuscita a diventare un'icona del marchio inglese. Tutto è iniziato quando Chapman, presidente di Lotus, chiese a Italdesign di progettare una nuova supercar. Era così impaziente di vedere i risultati che voleva un modello in scala 1:4 nel più breve tempo possibile.
Tuttavia, i primi test nella galleria del vento non andarono come previsto: il coefficiente di resistenza aerodinamica (cx) era di 0,34, un risultato che deluse Chapman al punto da sospendere il progetto. Ma Italdesign non si lasciò scoraggiare e continuò a lavorare, arrivando a creare un modello in scala 1:1, che fu presentato al Salone di Torino nel 1972.
Quando Chapman vide il modello, ne rimase affascinato e decise di portare avanti il progetto. Così nacque la Esprit, una vettura prodotta dal 1975 in 1700 esemplari, caratterizzata da una nuova tecnologia per i materiali plastici. Il design della Esprit richiamava le linee della Boomerang, ma con un tocco più morbido e fluido. Particolarmente audace per l’epoca era il parabrezza, inclinato a 18°, che ricordava molto sia quello della Manta e che quello della Boomerang.
La produzione in serie della Esprit dimostrò che una soluzione ritenuta futuristica dai produttori di vetro era, in realtà, realizzabile.
ITALDESIGN LOTUS ESPRIT
Tuttavia, i primi test nella galleria del vento non andarono come previsto: il coefficiente di resistenza aerodinamica (cx) era di 0,34, un risultato che deluse Chapman al punto da sospendere il progetto. Ma Italdesign non si lasciò scoraggiare e continuò a lavorare, arrivando a creare un modello in scala 1:1, che fu presentato al Salone di Torino nel 1972.
Quando Chapman vide il modello, ne rimase affascinato e decise di portare avanti il progetto. Così nacque la Esprit, una vettura prodotta dal 1975 in 1700 esemplari, caratterizzata da una nuova tecnologia per i materiali plastici. Il design della Esprit richiamava le linee della Boomerang, ma con un tocco più morbido e fluido. Particolarmente audace per l’epoca era il parabrezza, inclinato a 18°, che ricordava molto sia quello della Manta e che quello della Boomerang.
La produzione in serie della Esprit dimostrò che una soluzione ritenuta futuristica dai produttori di vetro era, in realtà, realizzabile.